In Purgatorio torna nella sala che accolse l’anteprima nel Festival dei Popoli 2009.
Mercoledi 17 ottobre alle ore 20.30 (sarò presente), giovedì 18 ottobre alle 15 e venerdì 19 ottobre alle 15, all’ODEON FIRENZE (Piazza Strozzi – www.odeon.intoscana.it)
Per tutti coloro che ne hanno fatto richiesta: il film esce in dvd ad inaugurare la nuova collana edita da cinemaitaliano.it
Qualche estratto di recensioni dalla stampa all’uscita in sala in Francia e in Belgio (pagina seguente)
Giovanni Cioni tiene la cinepresa come una possibilità d’intercessione fra i due mondi e coloro che li popolano. Un medium. Sottovoce, interroga uomini e donne sulle loro credenze o i loro sogni. Tesse l’effimero, l’incertezza, si abbandona agli spostamenti che i loro racconti ispirano. (Dominique Wideman, L’Humanité, 1 février 2012)
Quel che emerge da In Purgatorio è l’estrema fragilità di ognuno di noi di fronte alla questione dell’esistenza,
questa sola e unica verità, nuda e sconvolgente, con la quale il film non ci lascia soli, perché ce la fa condividere. Rari sono i documentari che prendono di petto queste questioni esistenziali senza iscriverle in prospettive societali, ma le restituiscono ai tormenti e alle fragilità di un individuo, della sua solitudine e della sua erranza, e ce le fanno vivere. (Anne Feuillére, cinergie, 6 novembre 2011)
In Purgatorio il “coup de coeur” della settimana. “Incredibile, una parola filosofica ma popolare, spontanea, in
situazione, in azioni, che è veramente sconvolgente!Bisogna andare a vedere questo film che è un oggetto cinematografico molto molto stupefacente…” (France Inter, Laurent Delmas, On aura tout vu, febbraio 2012)
Giovanni Cioni è un cineasta della perdita dei riferimenti. Lungi dalle abitudini, la sua cinepresa si fa esploratrice,
trasformando in territorio sconosciuto il mondo che le passa intorno. Il suo sguardo sconvolge i codici del documentario. Mischia le piste della realtà e della finzione. Elabora nuovi spazi, nuove temporalità, da cui emergono degli umani che sembrano sorgere da un altrove impalpabile. Nel suo procedere, l’occhio costruisce una realtà, si appropria del mondo senza certezze. La sua impronta unica è fatta dello stampo di un uomo in ricerca, e dello sguardo di un grande cineasta.
(Carlo Chatrian, dalla presentazione del focus a Visions du Réel, Nyon, aprile 2011)