Davide Eustachio Stanzione per Quinlan.it: “… Cioni non fa mitologia rovesciata del degrado, evita le scorciatoie così come le analisi foucaultiane sulla follia in rapporto al potere, si concede il lusso oggi anacronistico di un film che non ammicca quasi mai, che ha una moralità interna e poetica, che conosce l’intima eleganza di un fuori campo e la valenza evocativa di un’allitterazione (il mare, crocevia odisseico, che ritorna come supremo orizzonte lirico e sembra un’inquadratura del Godard più contemporaneo, quello di Film socialisme o di Adieu au langage)”. http://quinlan.it/2014/09/30/per-ulisse/
Aldo Spiniello su Sentieriselvaggi.it : “E allora, forse, è proprio Cioni l’Ulisse che naviga tra questi frammenti confusi di realtà e immaginazione, alla ricerca di quelle tracce che lo riportino “a casa”, al senso del suo fare cinema. E il film è la sua peregrinazione, un viaggio tra coordinate sballate, tra sirene ammalianti, ottativi dello sguardo, nostalgie invincibili. Il dolore del ritorno… Il film infinito… E non è più un documentario, perché non documenta nulla, non attesta, non ritrova il reale sulla pienezza dei dati. Ulisse si muove tra i pieni e i vuoti, tra le luci e le ombre, tra le cartilagini che collegano le ossa e la carni, la vita vera e le folgorazioni dolorose del mito. Occorre davvero essere degli intrepidi per lanciarsi in questa folle e magnifica avventura”
http://www.sentieriselvaggi.it/339/58959/Per_Ulisse,_di_Giovanni_Cioni.htm
Giona Nazzaro su filmtv.it : “Ulisse, il primo a sperimentare la vertigine della possibilità di avere mille nomi e il nome che li nega tutti. Nessuno. Consapevole di potere scomparire senza lasciare traccia.”
http://www.filmtv.it/film/59280/per-ulisse/recensioni/778285/#rfr:none
Arianna Pagliara su Pointblank: “Per Ulisse, come suggerisce il titolo, è un film-dedica, un invito a pensare, un modo per raccogliere le parole di quelle persone “tornate dal mondo dei morti”. http://www.pointblank.it/notizie/per-ulisse/
Intervistato da Niccolò Benedetti su mauxa.com:“Perno della struttura del film è infatti l’arte di “raccontare”, performance che da dignità e diritto di cittadinanza ai protagonisti e alle loro storie. In questo senso, se il passato ha esistenza autonoma nei nostri ricordi, raccontarlo, la narrazione della propria vita è possibile solo all’interno di uno spazio del racconto, e prende forma soltanto in un incontro interpersonale tra chi parla e chi ascolta“
http://www.mauxa.com/news/19211-intervista-a-giovanni-cioni-regista-di-per-ulisse-film-documentario
Precedenti recensioni, conversazioni, testi, sono ripresi sulla pagina del film: http://www.giovannicioni.org/films/per-ulisse