FARE CINEMA, LAVORARE LA TERRA, ABITARE IL MONDO
LABORATORIO L’ORTO DEL MONDO
Il laboratorio è una condivisione di un’esperienza di cinema. Conta l’esperienza che si fa. Il risultato può avere forma di una serie di variazioni, di spunti, di germogli di film in work in progress.
Conta l’esperienza. Il racconto nasce dall’esperienza. Sempre arrivare ad essere stupiti da quel che nasce nei laboratorio, dicevo prima di iniziare, come un auspicio. E ne sono rimasto stupito, con la sensazione di essere ospite nei propri luoghi.
Il laboratorio è come un atelier aperto – dove per la prima volta invito dei cineasti a fare esperienza del mio luogo di vita e di lavoro – lavoro di cinema e lavoro della terra. L’Alteto.
Condividere l’orto e il mondo, l’orto del mondo
Interrogare un percorso, interrogare il fatto di stare qui. Ad un amico che mi disse che gli piacerebbe vivere qui risposi pure io. Come per scherzo – ma in realtà mi sono accorto che non è uno scherzo. Vivo qui e mi piacerebbe vivere qui. Il presente e il possibile come due dimensioni in movimento. Essere in vita, e dove.
Fare cinema è il rapporto con il mondo che abiti e con gli altri che abitano questo mondo. Inventare il qui, ora, dove siamo e dove vogliamo andare. Essere in vita, dove, qui, in questo mondo, essere uno degli altri in questo mondo.
Faccio cinema e lavoro la terra, da vent’anni. E questo legame nutre la mia ricerca di cinema.
Un legame molto concreto, materiale.
Immaginare quel che hai bisogno per vivere. Preparare la terra è immaginare ciò che ci crescerà. Seminare è immaginare la crescita della pianta e lo spazio di cui ha bisogno. Potare la vigna, l’olivo, l’albero da frutta, è immaginare la forma che avranno, la luce di cui il frutto ha bisogno per maturare.
Lavorare ad un film è immaginare la vita che ne germoglierà. La logica della vita vegetale che rinasce di continuo, che non sradichi mai. Il seme che non muore
Il film polifonico nato dalla prima edizione del laboratorio è stato mostrato a Parigi al Festival Images Ouvertes a gennaio 2024 e alla festa di Primavera di Lago Film Festival a maggio 2024.
Image Milena Fiore
Costell’azioni Paola Piscitelli
L’Orto di Onorio Marco Zuin
Cuore di Carciofo Alessandro Penta
Una gioia trasversale Steania Muresu
Non ti sembra che i camion piangano? Dimi Kazak
Insiemi Emilio Suraci
Un ulivo mi disse Marco Schiavon
Tra il cielo e la terra Sofia Merelli
L’ORTO DEL MONDO 2024 SECONDA EDIZIONE
Alteto 24-30 giugno 2024
Cetona, 10-17 settembre 2024.
con Michelangelo Frammartino, Ludovica Fales e Giovanni Cioni.
Un laboratorio di cinema in un territorio, l‘Alteto, un podere con olivi, boschi, orti, vigne, sui pendii dell’Appennino in Mugello. Un territorio vissuto da esplorare. Un paesaggio incognito.
Territorio e paesaggio però non coincidono, costituiscono due modi diversi per l’uomo di relazionarsi allo spazio in cui vive.
Lavoreremo a partire da questo dualismo. Il dualismo è nei luoghi, è anche nel cinema. Il dualismo può essere un’aporia, un sentiero dove perdersi – e poi ritrovarsi.
Un dualismo che è nel laboratorio, che si sviluppa in questa edizione come un dialogo creativo tra Michelangelo Frammartino e Giovanni Cioni.
Uno che porta il suo sguardo e i suoi luoghi, l’altro che ci vive e lavora e riscopre il luogo dove vive attraverso lo sguardo degli altri.
Ognuno dei partecipanti individuerà un dualismo da “risolvere” cinematograficamente.
info e iscrizioni scrivere a ilritirocetona@gmail.com